giovedì 18 marzo 2010

GREGORACI: "HO RISCHIATO DI PERDERE MIO FIGLIO"

“Quando ho scoperto di aspettare un figlio mi sentivo scoppiare di felicità. Poi l'incubo. Ho rischiato di perderlo. Mi sono svegliata in un mare di sangue. Ed è scesa la tenebra. Quindici giorni, immobile nel letto. Ho toccato il fondo: piangevo, mi disperavo. Pregavo tanto. Ho conosciuto il significato della paura”. Un momento terribile per la coppia Briatore-Gregoraci per la paura di perdere il figlio tanto atteso: “Era molto preoccupato anche Flavio – ha dichiarato ad “A” - E io ero diventata vigliacca. Non volevo andare dal dottore, mi rifiutavo di sapere. Non volevo fare l'ecografia per il timore di scoprire che non c'era più. Flavio mi ha obbligata, mi ha accompagnato: avevo fatto passare altri quindici giorni. È stato un mese terribile. Poi ho sentito il battito ... Mi sono lasciata andare a un pianto lunghissimo. E mio marito con me”.
Sposata con un marito “ingombrante” (“Voi giornalisti pensate tutti la stessa cosa. Ma per me è un'altra storia: sto con un uomo che si alza alle sei per lavorare e finisce alle dieci di sera. Si è fatto da solo, sa dare valore a ciò che ha costruito, la nostra vita è fatta di cene con gli amici, di passeggiate con il cane, presto di una carrozzina da spingere”), farà di tutto perché la figura del papà non soffochi quella del figlio: “Ci penso, è vero. Però questo bambino avrà il meno possibile in termini di cose, ma valangate di amore. Non sarà viziato, lo garantisco. Vivrò per lui, lo voglio seguire in tutto. Allatterò, mi sveglierò di notte, sarò come le altre”.
In fondo lei ha già fatto in modo che il “grande Briatore” diventasse semplicemente il suo compagno: “se sono come sono, lo devo ai miei. Un padre impiegato, una madre casalinga, persone del Sud, gente semplice. Mi hanno amata, mi hanno insegnato a stare al mondo, a mettermi in discussione. A partire dai miei errori. Quando mi sono fidanzata avevo di fronte un Briatore diverso rispetto a oggi, troppo sicuro di sé stesso, a volte anche arrogante. Diciamo che l'ho educato sentimentalmente e il padre di mio figlio ora è decisamente una persona migliore”.

(fonte leggo.it)

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