mercoledì 6 ottobre 2010

COSTANTINO: "LELE MORA ERA PADRE PADRONE"

Costantino Vitagliano si toglie qualche sassolino dalla scarpa e parla a Oggi di Lele Mora e del suo modo di gestire la sua agenzia. «Non è mai stata una grande famiglia - dice al settimanale, in edicola domani - Lele era il padre padrone e gli artisti dovevano ubbidirgli. Altrimenti succedeva il finimondo». L'ex tronista continua: «Quando incontro Mora lo saluto. Sono stato uno dei pochi a non abbandonarlo durante Vallettopoli. Ho aspettato che venisse prosciolto. Siamo andati a cena da soli e gli ho spiegato perché lo lasciavo. Non era più un manager. Era un personaggio. Me lo trovavo in concorrenza nelle discoteche. Non sono un traditore: non sono andato in un’altra agenzia come hanno fatto gli altri». E ammette: «Mora ha un grande merito: avermi portato a Uomini e donne». E poi? «Poi qualsiasi manager mi avrebbe saputo vendere. Il suo telefono squillava solo per me. E lui mi ha sfruttato: se una discoteca voleva Costantino doveva prendere anche altri quattro artisti. Nessuno avrebbe retto i miei ritmi, non c’è stato più nessuno come me. Se ha guadagnato tanto mi deve ringraziare».

PROTETTO DA MARIA DE FILIPPI «Tutto quello che ho me lo sono comprato - racconta Costatino nell'intervista a Oggi - Semmai ho il sospetto che i miei cachet non fossero proprio quelli che ricevevo. Per non parlare delle ritenute d’acconto che non mi sono mai state versate. Qualcun altro si è fatto regali coi miei soldi. … Gli altri facevano solo quello che Lele gli ordinava. Altrimenti non lavoravano più. Io ero protetto da una persona più potente di Lele Mora: Maria De Filippi».
A chi pensa che di Mora fosse amante, Costantino Vitagliano preferisce rispondere con una risata («E dicono anche che la mia storia con Alessandra Pierelli fosse finta») e con una promessa che assomiglia a una minaccia. Ha iniziato le riprese di Narciso, un film documentario prodotto dalla Millennium Arrow productions, che racconterà la sua storia. Senza censure. «Per anni ho girato con una telecamera in mano. Volevo documentare quel che mi accadeva. Ho 60 ore di girato. Farò vedere chi ero e come sono diventato. Ci sarà tutto il mio mondo: Lele Mora, quelli dell’agenzia, i personaggi che ho conosciuto. Erano tutti consapevoli che avevo una telecamera e si divertivano a essere ripresi. Chi non autorizzerà la messa in onda verrà oscurato in viso. Ma la gente capirà lo stesso chi è. Si vedranno cose che nessuno ha mai mostrato. L’epoca dell’ipocrisia è finita».

(fonte leggo.it)

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