mercoledì 23 marzo 2011

Elizabeth Taylor si spegne a 79 anni

Una vita ricca di film, matrimoni e un grande amore

Hollywood dice addio alla sua diva per eccellenza. A 79 anni è scomparsa Elizabeth Taylor. La notizia è stata diffusa dall'Abc durante il programma "Good Morning America". La Taylor è morta per una insufficienza cardiaca mentre si trovava nell'ospedale di Los Angeles in cui era rimasta ricoverata nelle ultime settimane.
Liz Taylor è morta in ospedale assistita dai quattro figli avuti nei suoi sette matrimonio. L'agente dell'attrice ha reso noto che al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles erano presenti Michael e Cristopher Wilding (avuti dal matrimonio con Michael Wilding), Elizabeth Frances 'Liza' Todd, avuta dal matrimonio con Michael Todd, e Maria Burton, adottata nel matrimonio con Richard Burton.

Interprete di oltre oltre 50 film dei piu' importanti registi della cinematografia mondiale, Liz (diminutivo che non amava) Taylor ha avuto al suo fianco gli attori e le attrice piu' famose. Attiva - soprattutto negli ultimi anni - anche in tv e a teatro, Taylor si e' battuta con grande energia nel difendere i malati di aids e a favore della prevenzione della malattia. Grande amica di Montgomery Clift come di Michael Jackson e' stata la ultima vera diva dello star system di Hollywood.

Fu la Metro Goldwyn Mayer ad adottarla quando era ancora piccola, a coccolarla e educarla come si fa con la figlia prediletta: aveva appena 11 anni quando interpretò il suo primo film, "Torna a casa Lassie" (1943), e subito, con il suo volto angelico incorniciato dalla chioma bruna e con i suoi occhi di un intenso blu violetto, divenne la beniamina del pubblico.

La "diva bambina" era diligentemente impegnata in storie di animali, lacrimosi drammi domestici e adolescenziali, romanzetti per famiglie (su tutti "Piccole donne" nel 1949), ma poi anche la piccola Taylor crebbe: Vincent Minnelli la volle nel dittico 'Il padre della sposa' (1950) e 'Papa' diventa nonno' (1951); per George Stevens recito' in 'Un posto al sole'(1951), per Stanley Donen in 'Marito per forza', (1952) per Richard Brooks nell' 'Ultima volta che vidi Parigi' (1954), ancora per Stevens nel 'Gigante' (1956).

A partire da questo film, che la vedeva accanto al mitico James Dean, Liz Taylor passò a interpretazioni drammatiche dove era spesso alla ricerca disperata di una compagnia maschile dominante che non sempre riusciva a ottenere. La sua fama crebbe a cavallo tra gli anni 50 e 60: nell'"Albero della vita" (1957) di Dmytryk, Liz era una corvina signora della Louisiana ossessionata dal dubbio di avere sangue negro nelle vene, una pericolosa 'dark lady' che rappresentava gli aspetti negativi del sud. Seguirono i due film tratti dai drammi di Tennessee Williams: "La gatta sul tetto che scotta" (1958) di Richard Brooks e "Improvvisamente l'estate scorsa" (1959) di Mankiewicz. Buona parte della critica vi ha trovato le migliori interpretazioni della Taylor.

Nel 1960 "Venere in visone" di Mann le portò il primo oscar e nel 1963 "Cleopatra", il film multimiliardario girato a Cinecittà che dissanguò la Fox, la consacrò diva per eccellenza. Si calcola che il suo compenso di allora fu 1 milione di dollari. Sul set del film nacque la tempestosa storia d'amore con Richard Burton con cui reciò' ancora in "International hotel" (1963), in "Chi ha paura di Virginia Woolf?"(1966), che le valse il secondo Oscar, e nella "Bisbetica domata" (1967) di Zeffirelli.

Fino agli inizi degli anni 70 la carriera della Taylor proseguì tra successi e grandi registi: Huston, "Riflessi in un occhio d'oro" (1967), Losey, "La scogliera dei desideri" (parodia della volgarita' di Hollywood) e 'Cerimonia segreta', (entrambi del 1968) ed ancora Stevens con 'L'unico gioco in citta'' (1970). Comincio' quindi un lento declino in cui gli aspetti mondani e sentimentali della vita privata sembrarono prendere il sopravvento sulla carriera artistica. Del resto gli otto matrimoni, i relativi divorzi, i flirt, le cure di bellezza (su cui ha anche scritto un libro) e i lifting, l'abuso di pillole e di alcolici, le malattie e le nevrosi di Liz hanno sempre fatto notizia sui rotocalchi, cosi' come i suoi innumerevoli interventi chirurgici.

Ma a differenza di altre attrici, come Judie Garland o Marilyn Monroe che furono schiacciate dall'alcolismo e dalle nevrosi, Taylor riuscì a superare, anche se con difficoltà, i momenti drammatici e a restituirsi al mondo dello spettacolo. Quando la sua carriera cinematografica comincio' a declinare, si dedico' al teatro riuscendo a provocare grande fragore e ottenendo un buon successo personale.

(fonte tgcom.it)

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